Un po di cultura .......

 

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La distillazione del petrolio
Il petrolio, noto anche come oro nero,  è un miscuglio liquido costituito da numerosi componenti, che possono anche essere solidi o gassosi. Il petrolio, a seguito di filtrazioni attraverso le rocce porose e a processi di risalita verso l’alto (dovuti alla sua densità che è inferiore a quella dell’acqua), tende a raccogliersi e a rimanere intrappolato in strati impermeabili del terreno, formando i giacimenti. Allo stato naturale il petrolio è detto anche greggio e non ha oggi impieghi pratici, ma dalla sua raffinazione è possibile ottenere materiali fondamentali per la vita quotidiana, come per esempio i combustibili che alimentano la maggior parte dei nostri mezzi di trasporto. La raffinazione del greggio fornisce anche sostanze che sono importanti materie prime per l’industria petrolchimica, necessarie per la produzione fra l’altro di materie plastiche, vernici, detersivi, fibre sintetiche e gomme.La raffinazione del greggio è effettuata nelle raffinerie, strutture industriali molto complesse. La distillazione del petrolio greggio rappresenta la prima fase del processo di raffinazione. 
Nell’impianto di distillazione il greggio, riscaldato fino a 350 °C  circa, viene introdotto nella parte inferiore della colonna, a pressione ambiente.  La colonna di distillazione è costituita da una serie di piatti, dotati di una particolare struttura a campanelle per favorire lo scambio di calore tra il vapore che sale gorgogliando e il liquido che scende. I piatti sono mantenuti a temperature decrescenti verso l’alto e su ciascun piatto condensano i componenti che hanno temperature di ebollizione prossime alla temperatura del piatto stesso, determinando così il frazionamento voluto. Il contenuto dei piatti viene continuamente prelevato, dando origine alle diverse frazioni, o tagli, del processo di distillazione: la benzina leggera e pesante, il cherosene, il gasolio, gli oli lubrificanti.
La frazione più pesante del greggio che non raggiunge la temperatura di ebollizione si raccoglie sul fondo della colonna e costituisce il residuo semisolido, ad alta viscosità, detto bitume. 
 
La Virgin-Naphta......
La virgin-nafta è un prodotto della raffinazione del petrolio, costituita da una miscela di paraffine (idrocarburi saturi) a basso peso molecolare, con una bassa concentrazione di composti aromatici.[2] Lo zolfo organico è assente o presente in tracce.[2]
Si forma nella torre di raffinazione ad una temperatura approssimativamente intorno a 0÷150 °C nel caso di "virgin nafte leggere" (LVN) 150÷200 °C nel caso di "virgin nafte pesanti" (HVN). Insieme alla benzina e al cherosene costituisce la frazione liquida delpetrolio più leggera.[3]
Viene utilizzata come combustibile o per ottenere carburanti per motori Diesel (gasolio).[2] Viene inoltre utilizzata in ambito petrolchimico come materia prima per la produzione di etilene e propilene.[3]
 
L'etilene.....
 
La virgin-nafta è un prodotto della raffinazione del petrolio, costituita da una miscela di paraffine (idrocarburi saturi) a basso peso molecolare, con una bassa concentrazione di composti aromatici.[2] Lo zolfo organico è assente o presente in tracce.[2]
Si forma nella torre di raffinazione ad una temperatura approssimativamente intorno a 0÷150 °C nel caso di "virgin nafte leggere" (LVN) 150÷200 °C nel caso di "virgin nafte pesanti" (HVN). Insieme alla benzina e al cherosene costituisce la frazione liquida delpetrolio più leggera.[3]
Viene utilizzata come combustibile o per ottenere carburanti per motori Diesel (gasolio).[2] Viene inoltre utilizzata in ambito petrolchimico come materia prima per la produzione di etilene e propilene.[3]
.... e il propilene......
 
Il propene o, più comunemente, propilene è un alchene avente tre atomi di carbonio, due dei quali legati con un doppio legame.
A temperatura e pressione ambiente si presenta come un gas incolore e inodore, poco solubile in acqua, estremamente infiammabile; forma con l'aria miscele esplosive.
Viene prodotto industrialmente attraverso il cracking di idrocarburi più pesanti e trova principalmente impiego come intermedio nella sintesi di altri composti chimici. Viene usato a volte anche come combustibile.
La maggior parte del propene prodotto è usata per produrre il corrispondentepolimero, il polipropilene.
Tra i prodotti da esso derivabili si annoverano l'acrilonitrile, l'acroleina, l'acido acrilico, l'acetone e il glicole propilenico.
 
....da cui vengono il Polietilene.....
 
 
Il polietene (più comunemente noto come polietilene) è il più semplice deipolimeri sintetici ed è il più comune fra le materie plastiche.
Viene spesso indicato con la sigla "PE", così come ad esempio si usa "PS" per ilpolistirene o "PVC" per il polivinilcloruro. Ha formula chimica (-C2H4-)n dove n può arrivare fino ad alcuni milioni. Le catene possono essere di lunghezza variabile e più o meno ramificate.
Il polietilene è una resina termoplastica, si presenta come un solido trasparente (forma amorfa) o bianco (forma cristallina) con ottime proprietà isolanti e di stabilità chimica, è un materiale molto versatile ed una delle materie plastiche più economiche; gli usi più comuni sono come isolante per cavi elettrici, film per l'agricoltura, borse e buste di plastica, contenitori di vario tipo, tubazioni, strato interno di contenitori asettici per liquidi alimentari ("Tetra Brik Aseptic") e molti altri.
 
.....e il Polipropilene.....
 
Il polipropilene (PP, anche: polipropene) è un polimero termoplastico che può mostrare diversa tatticità. Il prodotto più interessante dal punto di vista commerciale è quello isotattico: è un polimero semicristallino caratterizzato da un elevato carico di rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all'abrasione.
La densità del polipropilene isotattico è di 900 kg/m³ e il punto di fusione è spesso oltre i 165 °C. Le proprietà chimiche, determinate in fase produzione, comprendono la stereoregolarità, la massa molecolare e l'indice di polidispersione. Il prodotto atattico si presenta invece come un materiale dall'aspetto gommoso, e ha scarso interesse commerciale (è stato usato solo come additivo).
Fonti: Wikipedia, 

 

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Torre di raffinazione

La torre di raffinazione altro non è che un camino sovrastante una fornace. All'interno del camino sono posti ad altezze differenti dei piatti forati. La fornace in basso ha una temperatura di circa 400 °C ed è la parte più calda della torre. Via via che si sale su per la torre, la temperatura diminuisce sempre di più. Questo permette di distillare il petrolio separandolo nelle sue componenti. 

La fornace ha una temperatura di circa 400 °C: ivi, tutte le sostanze bollono e diventano vapore. Appena più in alto, la temperatra scende di poco sopra ai 350 °C: sul piattello A si condensano gli olii combustibili mentre i vapori delle altre sostanze continuano a salire. Più in alto, quando la temperatura scende a circa 300 °C, si condensa il gasolio che si accumula sul piattello B; gli altri vapori salgono ancora finché sul piattello C, a 200 °C, si condensa il Kerosene. La Nafta condesa sul piattello D mentre la benzina su quello E. In definitiva, ogni piattello raccoglie una sola sostanza e così il miscuglio viene separato.

Frazionamento del petrolio

Molecola etilene

 

 

Molecola Propilene

 

Granulo Polietilene (PE)

Granulo Polipropilene (PP)